Addio, PaoloRossi Mundial.
Paolo Rossi , Pablito dal 1978 e PaoloRossi, ormai tutto una sola parola. aveva espresso il desiderio di essere ricordato con la maglia azzurra e le braccia al cielo e così lo ricordo. Era esile e pareva impossibile che quello potesse essere il fisico di un calciatore, ma quell’epoca non pretendeva giocatori più muscoli che cervello. La sua velocità e la sua intelligenza erano spesso letali per le difese avversarie. La sua gentilezza stupefacente.
In quel mondiale del 1982 conquistato contro ogni previsione e forse contro ogni logica lasciò un segno indelebile con il suo tre (Brasile), due (Polonia) uno (Germania in finale). Fu il conto alla rovescia di un trionfo costruito soprattutto sul gruppo e sullo spogliatoio, detto senza alcuna retorica, sulla grande volontà e con la maglia della Nazionale come seconda pelle.
Pablito è riuscito nell’incredibile impresa di rendere “unico” il cognome più comune abusato come “jolly” per qualsiasi esigenza. Lui gli ha dato una identità precisa, un riferimento assoluto.
Egli è molto amato anche proprio in quel Brasile la cui formidabile Nazionale fu frantumata nel 1982 da quella sua tripletta.
Allora ciao ciao Paolo, andato via troppo presto come (altrettanto troppo) spesso succede ai più gentili ed educati.
Stefano Fioretti
